MAHKSC TEATRO/CONCERTO
Domenica 3 Marzo – 19.30
Ivan Talarico:
Autobiografia del mio amico immaginario.
Aperitivo con food&drinks dalle 19.30 alle 20.30
Spettacolo alle 20.30
20 euro
A volte è difficile mettersi nei panni degli altri, ma spesso è complicato anche essere se stessi. L’unica possibilità, quindi, è vivere altrove, lontano dagli altri e lontano da noi.
Ivan Talarico ci porta nel mondo del suo amico immaginario, dove tutto è possibile e impossibile, dove tutto sembra normale ma anche no. Tra poesie, brevi discorsi e canzoni, Ivan non parla mai di se stesso e della sua vita, ma parla sempre tra sé e sé. Per ascoltarlo bisogna stare vicini a lui. Per capirlo bisogna stare vicini a noi.
Ivan Talarico, cantautore, poeta, teatrante, Scrive canzoni che non lo rendono famoso, ma gli fanno vincere il premio per il Miglior Testo a Musicultura 2015, essere chiamato come ospite al Premio Tenco 2016, da Fiorello alla sua Edicola Fiore e lo portano a suonare in giro per l’Italia.
Nel tempo libero scioglie ghiacciai a scopo ludico.
Adriano Ercolani, Repubblica XL
Nelle canzoni di Ivan Talarico la soluzione al dramma umano è immaginaria, patafisica, fantastica. È tutto uno «scrostare i grandi sentimenti della loro stupidità», per dirla ancora con Queneau. È tutto un razionale decervellamento, che ribalta il luogo (e il senso) comune, e lo rende più credibile.
Daniele Sidonio, L’isola che non c’era
La parola, prima ancora che la canzone, è l’arma di Talarico. Quella con cui arriva al pubblico senza filtri e senza macchinazioni. Ricercate o quotidiane, inventate o reali che siano, infatti, le parole divorate velocemente davanti al microfono e talvolta accostate in maniera insolita e imprevedibile tra loro creano e raccontano quasi un alfabeto dell’incomunicabilità umana e permettono all’affabulatore Ivan Talarico, di tenere lo spettatore incollato alla poltrona per oltre un’ora raccontando con maestria quanto di insondabile e inconoscibile ci sia al mondo: l’amore e l’animo umano. Se ci si aspetta, però, la melensa retorica cui la musica leggera italiana ci ha abituato negli ultimi anni si rimane senza dubbio delusi. L’amore di Carote d’amore o di L’elefante non fa rima con sole e cuore.
Valentina Ersilia Matrascìa, Art a part of culture
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